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Narni Mancinelli

                                                                   I TITOLI NOBILIARI                                                                   

Remoti e recenti

    Nel 1726 i Mancinelli, entravano già nel titolo di Conti di San Vito, ereditato da Marta Scotti, ultima di un casato che ha attraversato la storia di Narni dal XIII secolo (Thesaurus resolutionum, 1789 - Consulta araldica,1934).     

    Premettiamo che, come i Mancinelli che restarono in Narni, anche questo secondo ramo, trapiantatosi nel regno di Napoli, s’imparentò con famiglie blasonate o di alto lignaggio:

Carmignano, Mastrilli, Cappello di Venezia, Curiale, Brancia, Mastrogiudice, Sassone, Sasso, Galiziano, d'Afflitto, Brancaccio, Cedronio del Monte, de Liquoro, Strambone, Di Palma, Pollice, Delli Franci, d'Angulo y Xibase, del Pezzo, de Beaumont, Trifuoggi e Corsi. In particolare segnaliamo con piacere ed orgoglio la famiglia del Cappellano, di origine francese, con la quale si contano molti matrimoni, tanto in prendere quanto dare in moglie. 
 

La Baronia di Pignano

     Giovanni, figlio di Pietro Francesco, che abbiamo già citato, lasciò Narni per capitanare le schiere di Don Raimondo Orsini, a sostegno di Alfonso V D’Aragona, re di Aragona, Sicilia e Sardegna nonché, col nome di Alfonso I, anche re di Napoli.
      E’ interessante notare che questo sovrano assunse per primo il titolo di Rex Utriusque Siciliae; titolo (Re delle Due Sicilie) ripreso nel 1816 da Ferdinando di Borbone.  Ora il nostro Giovanni, si distinse attaccando e vincendo più volte i contingenti nemici di Renato I di Francia, al comando delle schiere aragonesi.        
      Per gratitudine di re Alfonso e dell’Orsini a Giovanni (Domino Ioanni), oltre alla nomina a consigliere e capo supremo di tutte le milizie operanti nel Principato di Salerno, fu dato con atto di concessione del 27 dicembre 1424 il titolo di Barone con la completa giurisdizione del feudo di Pignano (cum terris, casatis et vassallis in perpetuum...cum omnimoda jurisditione...”) sito nell’agro avellinese di Lauro.

Il Cavalierato di San Giacomo 
      Il 21 settembre 1641 ne fu investito D. Gabriele Junior, nato nel 1582. L’onorificenza gli fu conferita direttamente da Re Filippo IV di Spagna e Napoli, Presidente por autoridad Apostolica…de la orden de Santiago Calatrava y Alcantara.
     
Un antenato fra i più illustri, dunque. Anch’egli è investito del titolo di Barone di Pignano…”et al presente possiede – come ci ricorda il manoscritto pubblicato nel 2008 (cfr. Il trattato della Famiglia del Cappellano) – “l’antico Palaggio Baronale fatto tutto di piperni a punta di diamante ch’è veramente magnifico”. 
      Pochi anni prima, nel 1635, gli fu concesso in giuspatronato, la cappella di S. Antonio nella Chiesa di Donnaregina in Napoli.
      Fu  Amico e Consigliere dei Lancellotti sin dal 1630, quando essi rilevarono il Castello di Lauro tanto che il Principe Don Scipione volle erigere in onore dei Narni Mancinelli una chiesa  (pius et fulgens altitonantis opus).
     
Nell’anno del Signore 1645 (A.D. MDCXXXXV, come si leggeva alla base delle due acquasantiere, all’ingresso del tempio, prima del terremoto del 23 novembre 1980.

Il Principato di Salerno

     Dopo le ultime resistenze di Renato Re di Francia, Re Alfonso il Magnanimo restò pacifico possessore del Regno di Napoli (1396-1458) , che unito alla Sicilia e alla Sardegna (1416-1458) divenne, con la pace di Lodi del 1454, il più grande degli Stati Italiani.                                      Ora, per remunerare il valore del Conte Girolamo, il sovrano gli donò il Principato di Salerno, gli conferì il titolo di Conte di Sarno e di Nola e, infine, gli diede in moglie la cugina Donna Eleonora d'Aragona con il bene dotale del Ducato di Amalfi.

Il titolo di Conte 
     
Passano alcuni secoli di cristiano cammino della Famiglia - sempre distintasi, e tuttora, per fedeltà alla Chiesa Cattolica - ed  ecco D. Pasquale, novello epigono della discendenza.
      Egli nasce nell’anno 1725, giorno 8 del mese di agosto, da Dominus Hieronimus et D.Eleonora Narni (in quella fase della cronistoria del Casato, il nome della patria di origine aveva preso il sopravvento sull’antico cognome).
      La vita morigerata e la devozione a Santa Romana Chiesa, da sempre caratterizzava la stirpe, come vedremo, e Don Pasquale non è da meno dei suoi antenati.
      Favorisce il culto anche mediante proprie risorse e restaura la Cappella di giuspatronato nella Chiesa di Donnaregina in Napoli. “Per lo serviggio spirituale e per lo vantaggio delle anime”, finanzia la fondazione e la dotazione della chiesa parrocchiale in Cinquevie di Nola. Recentemente la Chiesa è stata ristrutturata ed ampliata, grazie alla donazione fatta dalla Famiglia dell'area su cui era stata costruita poi la cappella funebre del casato, antico e prestigioso segno di inestimabile valore, perchè prova della benevolenza del Re.
       Sul frontone marmoreo di quel tempietto vi si leggeva...  CONCESSA PER GRAZIA SPECIALE DA S.M.D.G. IL NOSTRO ADORATO MONARCA PER GRAZIA SPECIALE FERDINANDO II AL SIG. CONTE DON GIROLAMO NARNI MANCINELLI E SUA FAMIGLIA CON SOVRANO RESCRITTO DEL 7 MAGGIO 1853. 
       Per meriti personali e dei suoi antenati, S.S. Papa Clemente XIV - con Breve controfirmato dal Cardinale Negroni, in data 23 dicembre 1772 - concesse a Don Pasquale  il titolo di Conte.
       E' da notare che, trattandosi di titolo trasmissibile in linea retta - dopo D.Pasquale e D. Gian Gerolamo, rispettivamente primo e secondo Conte - i nomi dei detentori, sono stati alternativamente Girolamo, Giovanni, Girolamo, e Giovanni.
      Attualmente il titolo di conte lo detiene l’avv. D. Girolamo. Egli ha ovunque pieno diritto di fregiarsene in quanto si tratta di un prestigioso titolo nobiliare concesso non dai Savoia bensì dal Vaticano.


 

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Palazzo Baronale in Lauro, che fu dimora del casato; sono tuttora ben conservate le bugne sfaccettate a diamante della facciata.

Sotto la volta a vela dell'ingresso ancora oggi si nota affrescato lo stemma del leone rampante.